martedì 15 settembre 2009

Ritorno a Itaca.

Tanto è stato scritto, ma poco è stato detto di questa mostra contemporanea che ha animato le stanze dell’ex- Real Collegio di Lucca, per ben quindici giorni.
E dire, si rende proprio necessario a celebrare la fine di un percorso che ha fatto partire 45 novelli Ulisse, dopo una lunga battaglia personale, combattuta in ogni dove, per tornare ad Itaca, la terra natia, la patria, la casa.
E il cammino è stato lungo e da tutti voluto.
Ma il ritorno a casa forse fa sempre trovare cose che non ci si aspettava neanche.
E’ stato permesso, per quindici giorni, a visitatori più e meno esperti, più o meno casuali, di passeggiare sotto le volte dell’ex-Real Collegio, incontrando alcuni tra i più nobili esempi della terza e quarta arte: pittura e scultura.
Umili figlie dell’arte primaria, l’architettura, si sono fatte meritevoli sostenitrici dell’umiltà dei loro stessi genitori.
Ma un’altra arte meno nota e ancor più rara, si poteva osservare passeggiando tra le stanze. Se tempi addietro Edmond De Goncourt avrebbe detto che la cosa che sente più stupidaggini al mondo è probabilmente proprio un quadro al museo, avendo probabilmente ragione, in questa mostra, ogni quadro è stato invece testimone di tutt’altro. Di quella rarissima arte della condivisione, dei continui e benefici scambi culturali tra pittore e pittore, tra scultore e pittore, tra persone, come ci piace definirci, ma ancor meglio, come associati.
Associati nel ritorno ad Itaca.
Associati nella condivisione di esperienze, nella comunione di intenti, nella nostra visione dell’arte, che speriamo sia la stessa vostra.
“Per la mostra?” chiedevano i visitatori a quanti stavano al bancone d’ingresso del l’Ex-Real collegio. “Salga pure le scale”, rispondevamo noi.
“C’è appena entrato signore, sa? Li ascolti parlare, guardi i loro volti raccontarsi l’uno all’altro, guardi come si domandano e come attentamente si rispondono, guardi cosa raccontano queste 265 opere. La mostra, proprio questo, la loro Lucca Contemporanea”.
Così, forse, avrebbe risposto un quadro, meglio di chiunque altro.
(Angela Belli -Lucca)